Tra due città: JUAN LUIS VALADEZ

Juan Luis Valadez dal Messico si trasferisce a Milano per studiare fashion design all’istituto Marangoni. Torna poi nel suo paese natio con la missione di raccontare e interpretare il gusto italiano attraverso la sua linea di moda.

Valadez ha creato un marchio dedicato al lusso ready to wear dalla forte influenza europea, ispirato ad una donna sofisticata.

 

 

Perché tornare in Messico dopo aver iniziato la carriera a Milano? Dicendola così, nel mondo della moda, in molti penserebbero che è strano..

Sono tornato in Messico fisicamente, ma non ho mai lasciato Milano. Praticamente sto cercando di dividermi in due, in modo da non perdere entrambe le esperienze. Queste due città (Guadalajara e Milano), sono ora parte del mio DNA.

 

 

Per che donne disegni? Come nasce una collezione di Juan Luis Valadez?

La donna per cui disegno fa parte di una nuova generazione di cittadini del mondo. Intelligente e innovativa sono solo alcuni degli aggettivi che possono descriverla. Preoccupata per il mondo in cui vive, ma anche alla ricerca di cose belle. Nel mio processo creativo, quindi, devo toccare tutti questi elementi. La collezione deve essere capita in tutto il mondo. Intelligente, con un messaggio solido. E deve essere bella, ma fresca e con qualche sorpresa. Quindi sono sempre mentalmente sveglio, per assorbire e ed essere ispirato da cose nuove.

 

 

Quanta Europa c’è davvero nel tuo creare? E quanto Messico?

Ho antenati francesi, e ho studiato in una scuola franco-messicana, per cui l’Europa è sempre stata parte di me. Sono del resto sempre stato molto incuriosito dalla cultura europea, ma sono cresciuto in Messico, assorbendo direttamente tutta la cultura, i sapori e i colori. Ho poi passato quasi 3 anni a Milano. Penso di sfruttare davvero tutte queste influenze… Certe volte ne rido, perché credo sia un mix davvero esotico!

 

 

Che collezione esponi a WOMADE #3? Ce la puoi presentare?

Sarà la prima volta che presenterò questa collezione. Sono molto contento che succeda nella mia “altra città”, come mi piace chiamare Milano. E’ inspirata da una donna favolosa degli anni 60 e 70, una delle eroine e pioniere sconosciute della musica elettronica: Delia Derbyshire. Era un genio nel creare musica molto sofisticata che risulta attuale ancora oggi. Quindi tutto ruota intorno all’atmosfera di musica, suono e voltaggio, tradotto in forma grafica. Ma anche nelle forme, nei tagli e nelle rifiniture dei capi. Ho sperimentato con i tessuti, per ottenere questo effetto sulla seta che aumentasse il senso di volutamente rovinato/melanconico. Per il tocco finale, alcuni splendidi accessori in vetro nero tagliati con un processo speciale ad acqua. Forme davvero originali.

 

 

Cosa c’è nel futuro della tua linea?

Sto aspettando ancora il meglio. Ho tanti sogni e progetti, e lotterò per realizzarli! Non posso fare altro, e affidarmi a Dio!

 

 
Intervista a cura di Alice Alessandri
 
 
Sabato 29 settembre 2012 @ WOMADE #3
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)