Nel 2012 nasce un’intuizione, che prende forma solo l’anno dopo a Milano: MAVRANYMA. Progetto venuto alla luce grazie a Elia Fracinella (designer la cui formazione si è diversificata tra l’ambito stilistico e quello industriale), il brand fonda la sua filosofia sul concetto che, diversamente da quanto ci hanno sempre detto, effettivamente “l’abito fa il monaco”.
Prendendo alla lettera il detto popolare, la prima collezione di MAVRANYMA rielabora l’abito religioso in maniera ironica cercando di stravolgere il concetto di apparenza identitaria e invitare piuttosto a una riflessione individuale.
Se volete saperne di più e avere qualche consiglio su come sfruttare al meglio il vostro “abito” apparente, a WOMADE#8 avrete la possibilità di farlo.
Dalla moda, al design del prodotto, per poi tornare all’ambito stilistico. Un passaggio di ambiti molto eterogeneo, ma ci sono stati aspetti dell’uno e dell’altro campo che hanno avuto influenza su di te?
Tutto questo è scaturito esclusivamente dalle necessità dettate dal periodo: nel primo caso di stabilità, incentivato anche dal fatto che i miei studi erano finalizzati a quel determinato lavoro; nel secondo di realizzazione di un personale desiderio, ossia quello di trasformare la passione in lavoro. Disegnare oggetti, oltre ad avermi influenzato sotto il punto di vista estetico, mi ha trasmesso le conoscenze e la consapevolezza di tutto l’iter che vi è dietro la realizzazione di qualsiasi cosa, sia essa una penna o una camicia.
Arrivando invece al soggetto più recente: come nasce MAVRANYMA?
MAVRANYMA nasce da un’intuizione. Dalla necessità del periodo di inseguire i propri sogni, in un giorno qualunque di circa un anno fa mentre come ogni santo giorno, dopo l’orario di lavoro, passavo le mie notti davanti al pc a fare ricerca. Quel giorno in cui quel clergyman mi ha dato modo di abbandonare le mie certezze per poterne costruire di nuove, differenti. MAVRANYMA nasce proprio così: un’intuizione da principio unita semplicemente a un impatto visivo.
Cosa pensi di poter dare a un mondo ormai saturo come quello della moda?
Non sono ancora in grado di dire cosa potrei offrire a questo mondo. Credo però che ci sia possibilità di arricchirlo attribuendo un determinato concetto a ciò che indossiamo che ci aiuti a caratterizzare, in primis, la nostra persona e, di conseguenza, la nostra persona in relazione alla società.
Parlando di quello che vedremo a WOMADE, puoi darci qualche anticipazione?
Diverse forme d’arte che si uniscono in un unico progetto, dando vita a un gioco di sovrapposizioni atto a generare un diverso modo di percepire le sensazioni.
Per lasciarci in maniera leggera, se ti chiedessi di descrivermi un messaggio preciso da esprimere attraverso un abito come mi risponderesti?
Attraverso il modo di vestire possiamo comunicare qualsiasi tipo di messaggio. Possiamo addirittura attribuire alla nostra persona un’immagine che non necessariamente rispecchia la realtà. Quanti di noi passeggiando per strada ed osservando la sola apparenza della gente attorno, sarebbe in grado di indovinare cosa si cela dietro a quegli abiti? Viviamo in un’epoca in cui il motto “l’abito non fa il monaco” racchiude un’ironica bugia facilmente discutibile: secondo me oggi l’abito fa il monaco. E allora, piuttosto che cadere nel moralismo dell’italiano medio che pur accusando la crisi non riesce a rinunciare ad una macchina di lusso, credo sia ben più interessante e simbolicamente stimolante riflettere sulla funzione dell’abito religioso.
MAVRANYMA fashion exhibition at WOMADE #08
Sabato 18 ottobre 2014 – Chiostri di San Barnaba (Milano)
Andrea Tata