FRANCESCA AGUECI

Fashion Designer classe 1990, Francesca arriva a Milano nel 2009 per frequentare l’istituto Marangoni. L’anno del diploma viene selezionata tra i migliori studenti del suo anno e partecipa con una collezione di capi maschili al Marangoni Fashion Show 2012. Grazie al suo talento è subito presa come assistente designer per la linea uomo di un conosciuto brand italiano, mentre a livello personale continua a sviluppare e creare idee per una sua futura collezione.

Oggi la troviamo ancora a Milano, ma la ragazza confessa di avere obiettivi ancora più ambiziosi e “internazionali” per il futuro.

 

 

Tra tutte le città perché proprio Milano? So che può sembrare una dicotomia banale quella del “Nord vs Sud”, ma parlando della tua esperienza in personale hai notato delle differenze così evidenti?

Non ho scelto io Milano, è stata lei a scegliere me. Nel momento in cui ho deciso di iscrivermi a una scuola di moda italiana, trasferirmi qui è stata una scelta obbligata. Non sono una nostalgica, quindi non ho vissuto come un trauma il distacco dalla mia terra. Il confronto generalistico fra nord e sud rischia molto spesso di risolversi in stereotipo. Credo che sia di gran lunga più proficuo trarre il meglio che un posto ha da offrire, per questo più che di differenze mi piace parlare di peculiarità.

 

 

La scelta di disegnare capi maschili da cosa è nata? Se tornassi indietro lo rifaresti?

Io nasco come designer femminile, ma ad un certo punto del mio percorso creativo ho sentito l’esigenza di cimentarmi in qualcosa di diverso. Mi sono resa conto che disegnando abiti femminili finivo sempre col disegnare per me stessa, mentre io volevo disegnare per gli altri. Questa mia passione nasce dunque come una sfida. Oggi come oggi non saprei se definirla vinta, ma senza dubbio mi ci cimenterei ancora.

 

 

Come definiresti i tuoi capi?

Essenziali e romantici.

C’è qualcuno a te vicino, un artista o anche una persona qualunque che senti abbia ispirato il tuo lavoro?

Penso che la creatività si nutra delle più svariate fonti d’ispirazione; concentrarsi su una loro identificazione equivarrebbe a porle dei limiti. Indubbiamente nel mio personalissimo pantheon ci sono delle personalità che mi hanno guidata e hanno influenzato il mio gusto, ma mi piace pensare a loro come a punti di partenza per la ricerca di stimoli sempre nuovi.

 

 

Per finire e conoscere un po’ meglio la persona che sta dietro alla designer, dimmi tre titoli di libri tra i tuoi preferiti.

“La Nausea” di Sartre, “Le Ore” di Cunningham e “Il Primo Uomo” di Camus.

 

 

Intervista a cura di Andrea Tata

 
 
Sabato 26 gennaio 2013 @ WOMADE #5
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)